Le cose belle quali sono?

Le cose belle queli sono?
Contemplare tutto pronti all'abbandono
e tutto risplende come d'oro?
Averne tanto da spendere 
per circondarsi di cose stupende
e chiunque ti veda stupendo,
dissolverebbe ogni pena?
Escluso, va da sé, 
perché non dipende da te,
l'avere un amico con cui ci si trova
e con cui l'amicizia sempre si rinnova,
dopo anni come dopo un'ora,
o stare con una che ti bacia e sorride
e con cui andresti all'altare,
cos'altro rimane?
Le cose semplici, dice,
sono quelle belle;
piccoli e rapidi frangenti 
come bersi una tazzina di caffè al bar
stretto fra le incombenze e fra una marea di gente.
Ancora più rapide,
come sgranchirsi le gambe dopo ore su un treno;
l'attimo in cui ti stiri e dici "aah che bello!".
Di più, perché quando passano,
le cose belle, ti travolgono in pieno
e ti fanno uscir di cervello.
Uno sguardo d'amore tra la folla già perduto,
il ricordo d'un odore che riappare di colpo
a trafiggerti per resuscitarti in un altro mondo.
La sensazione dell'assoluto
è una cosa bella,
ma ti muore in mano appena la si afferra.
Darsi agli altri, sì può darsi
che faccia scoprire la bellezza,
quella nel gesto, nella carezza
che non chiede in cambio niente,
ma fra pari, non per pietà, altrimenti
sembra solo di voler essere belli dentro.
Bisognerebbe essere folli, però allora,
come uno che augura ogni bene a tutti,
ma rischia di essere frainteso alla prima parola,
come a dire "spero moriate tutti,
il più tardi e soddisfatti possibile".
Eppure la bellezza ti divora
e non vuole dare niente
se non l'attimo di sorpresa che lei c'è,
per poi appassire di nuovo con tutto il resto,
come sotto al mantello da cui riappare,
per andarsene vie sempre troppo presto.